Saranno gli ulivi di Puglia a ricreare questa mattina nell’abbraccio del colonnato del Bernini l’atmosfera della Domenica delle Palme di circa 2000 anni fa in Palestina. Così decine di migliaia di fedeli vivranno in una piazza san Pietro addobbata per l’occasione l’inizio della Settimana Santa. Benedetto XVI, a partire dalle 9.30, benedirà le palme e gli ulivi e, al termine della processione, celebrerà la Messa della Passione del Signore. Un appuntamento solenne che da 25 anni coincide con la Giornata mondiale della gioventù, voluta da Giovanni Paolo II ed ereditata con convinzione da papa Ratzinger. L’importante anniversario offre così l’occasione per ricordare com’è nata quella che qualcuno ha definito «la più bella invenzione del pontificato di papa Wojtyla» e per tentare un bilancio dell’esperienza di questi 25 anni. Sulla carta d’identità della Gmg ci sono una data ufficiale di nascita e per lo meno due date ufficiose. Quella ufficiale ci riporta proprio alla domenica delle Palme del 26 marzo 1986, prima vera Giornata, peraltro celebrata su base diocesana. Ma si tratta già del punto di arrivo di tutto un cammino di avvicinamento tra la Chiesa e i giovani che il Pontefice polacco aveva promosso fin dall’inizio del suo ministero petrino. Le due date ufficiose, infatti, si riferiscono al raduno mondiale della gioventù, svoltosi a Roma il 30 e 31 marzo 1985, e al Giubileo dei Giovani dell’anno precedente. Quest’ultimo evento è un vero e proprio antefatto, se così possiamo chiamarlo, delle Gmg. Nel 1984, infatti, e precisamente dall’11 al 15 aprile, Giovanni Paolo II chiamò per la prima volta a Roma i ragazzi di tutto il mondo in occasione dell’Anno Santo straordinario della Redenzione. Molti, anche all’interno della Chiesa, all’epoca non compresero la portata epocale di quella convocazione. Ma Papa Wojtyla non volle sentire ragioni e alla fine, come la storia di questi 25 anni ha dimostrato, avrebbe avuto ragione lui. Proprio alla fine dello straordinario incontro giubilare, il Pontefice, salutando il gruppo organizzatore nell’atrio di San Pietro, disse: «L’idea è stata buona, bisogna continuare ». Detto, fatto. L’anno successivo l’Onu celebrò l’Anno internazionale della gioventù. E il Papa convocò nuovamente i giovani nel centro della cristianità. L’idea delle Gmg era ormai matura e prese avvio, come già ricordato, a distanza di 12 mesi. Da allora le Giornate sono diventate veramente mondiali anche per effetto dei raduni che prima con cadenza biennale e attualmente triennale hanno portato i giovani e il Papa a incontrarsi (finora) in quattro continenti su cinque (manca all’appello solo l’Africa). Il primo raduno fu a Buenos Aires nel 1987, quindi a Santiago di Compostela nel 1989 e (vero evento dopo la caduta del muro) a Czestochowa nel 1991. Nel Nord America la Gmg approda nel 1993 facendo tappa a Denver, in Asia nel 1995 con lo straordinario appuntamento di Manila, quando 4 milioni di persone invasero le strade della capitale filippina per quella che venne ribattezzata come la «Messa più grande del mondo ». Tuttavia anche Parigi 1997 fu a suo modo una Gmg dei record (più di un milione di ragazzi nel cuore della laicissima Francia), mentre Roma 2000 con i suoi 2 milioni fu l’evento giubilare per eccellenza. Due anni dopo, a Toronto, Giovanni Paolo II avrebbe di fatto dato l’addio ai «suoi» giovani. I quali, con il medesimo affetto, sarebbero tornati a radunarsi a Colonia 2005 e a Sydney 2008 intorno a Benedetto XVI. Offrendo in tal modo la dimostrazione che ormai l’esperienza arricchente delle Gmg è definitivamente acquisita al patrimonio pastorale della Chiesa. «La più bella invenzione del pontificato di Giovanni Paolo II»: così è stata ribattezzata l’iniziativa che da un quarto di secolo chiama i ragazzi di tutto il mondo attorno al Papa e ai pastori delle Chiese locali. Un’avventura della fede giovane che da allora, grazie ai raduni mondiali, ha toccato l’Europa, l’Asia e le Americhe. Fonte: Avvenire del 28 marzo 2010 |