Intervista a Don Nicolò Anselmi, Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI Le Gmg? In 25 anni sono diventate sempre più come «i giorni festivi che danno e ricevono luce da quelli feriali». Un dialogo fecondo che, per la pastorale giovanile italiana, sull’erba di Tor Vergata nell’agosto 2000 ha cominciato a trasformarsi in una vera e propria «agorà» in grado di far incontrare le generazioni ed esprimere tutte le dimensioni della vita dei giovani. È il bilancio tracciato dal responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi, che non nasconde il grande impatto avuto nelle diocesi della Penisola dalla Gmg 2000 di Roma. Come è cambiata la pastorale giovanile in Italia? L’incontro di Tor Vergata è stato un autentico momento di comunione. Da lì in poi in Italia l’attenzione per le Gmg è cresciuta e ogni Gmg è un evento che dà fiato e spirito a tutte le attività giovanili. E tuttavia sono eventi che non sono affatto in contrasto con la vita ordinaria delle comunità cristiane. Oggi, infatti, la pastorale giovanile è cambiata, perché i delegati diocesani e regionali non sono più solo coloro che organizzano grandi eventi (ormai questo lo facciamo molto bene) ma sono chiamati sempre più a coltivare una serie di attenzioni 'ordinarie'. Come quella di coltivare la comunione tra coloro che possono spendersi per i giovani o di raccogliere attorno al vescovo associazioni, movimenti, istituti o enti impegnati in questo campo. E la vera sfida è quella di far sì che, una volta spenti i riflettori, i giovani vivano nella loro quotidianità la loro vita di fede. La «formula Gmg» è diventata il modello anche per molti eventi diocesani o regionali. Perché tanto successo? Perché sintetizza, pur distinguendole, molte dimensioni, dando espressione a numerose esigenze dei giovani: la vita fraterna, la festa, l’amicizia, la catechesi, la spiritualità, la vita di fede, la cultura. Però in diocesi di certo non è l’unica formula usata negli eventi per i giovani, perché le pastorali giovanili hanno a disposizione strumenti propri cresciuti in molti anni di esperienza. Da cosa è caratterizzato principalmente il cammino della pastorale giovanile di questo periodo? Camminando sul solco tracciato dal triennio dell’Agorà dei giovani guardiamo alla Gmg di Madrid mettendo in primo piano tre aspetti: il primato della persona di Gesù e della vita spirituale; l’impegno nel curare e far crescere la comunione tra le componenti della pastorale giovanile; il costante lavoro a favore di una rinnovata soggettività dei giovani sia nella Chiesa che nella società italiana. Il tutto nell’ottica della sfida lanciata dalla Chiesa italiana per il prossimo decennio, quella educativa, che chiede agli adulti di essere testimoni della bellezza della vita di fede. Inoltre in questo Anno Sacerdotale sta trovando una rinnovata ricchezza anche il rapporto tra mondo giovanile e preti. Fonte: Avvenire del 28 marzo 2010 |